Dividerei la domanda in diverse parti.
1 "Consideri la possibilità che alcuni dei contenuti degli articoli scientifici... siano menzogne...?"
Questo certamente sì. Molti settori di ricerca scientifica - e anche tecnica - non hanno raggiunto certezze. Ciò lascia spazio a ipotesi e interpretazioni, a volte in buona fede, a volte assai di parte. Le prese di posizione possono ricondursi ad esempio alla presunzione di baroni universitari ancoràti al loro credo, a interessi politici e commerciali, al fascino di scelte "facili" diciamo pure populiste e cautelative che generano ampio consenso e possono essere paganti per chi le sostiene.
In Italia abbiamo almeno quattro grandi difetti che generano terreno fertile per creare una "nebbia scientifica" nella quale è difficile orientarsi e in cui le menzogne possono alimentarsi.
Intanto siamo abili parolai. Non appena s'è masticato un po' un argomento tutti si ritengono autorizzati a prendere una ferma posizione e dire la loro, anche quando la conoscenza che se ne ha è risibile. Ciò crea grande confusione, ma soprattutto sospinge verso la maggioranza: se tre persone su quattro la pensano in un modo allora - s'è portati a credere - avranno ragione.
Secondo punto: non controlliamo neanche sommariamente l'attendibilità delle argomentazioni e delle "dimostrazioni" addotte. Che a volte non sono molto meglio di quelle di sedicenti sette pseudo-religiose quando affermano, a sostegno della loro verità, che a Tizio e Caio (mettendo nomi e cognomi) sono piovuti addosso cataclismi per non aver seguito il verbo, e quindi ne consegue che dobbiamo crederci e abbracciare la loro dottrina. Per favore! Per produrre risultati scientifici occorrono in genere elementi di sistematicità, ripetibilità, spiegazioni e modelli di cause ed effetti, statistiche, analisi dei dati disponibili, delle relative incertezze, ecc. E oltre a questo occorre il vaglio e l'approvazione da parte della comunità di esperti internazionale, attraverso la "peer review" in caso di pubblicazioni o attraverso confronti serrati sui siti come Plos (o i suoi equivalenti in altre branche di ricerca).
Terzo punto: raramente facciamo approfondimenti autonomi. Oltre a Internet ci sono in giro riviste di buon livello scientifico, librerie che tengono un discreto e aggiornato settore scientifico (ma è meglio rifuggire dalle collane di pubblicazioni che scivolano nell'esoterismo), biblioteche pubbliche e specialistiche, bibliografie, la Settimana della Scienza che si svolge proprio in questi giorni in molte città, convegni e conferenze di divulgazione dove poter ascoltare diverse "campane". Se non s'usa nessuno di questi canali rimaniamo "in superficie", accontentandoci o delle spiegazioni più semplici e accreditate o (peggio) alla mercé di guru che possono abbindolarci facilmente.
Quarto punto: abbiamo una conoscenza insufficiente della lingua inglese (per non parlare di quella di altre lingue) e quindi non guardiamo mai oltre confine se non per interposta persona che ha tradotto per noi i contenuti in italiano. Nulla di male in questo, senonché l' "interposta persona" potrebbe aver scelto solo una certa fetta della storia che ci interessa. In soldoni non abbiamo l'autonomia per poter sondare una tesi, e anche - dovesse esistere - il suo contrario.
In molti settori scientifici non è raro che ogni tanto qualcuno si svegli e cerchi di mettere ordine nelle argomantazioni e nelle disparate interpretazioni che girano su un argomento. Costoro si rimboccano le maniche, vanno a scavare su tutto quanto è stato reso pubblico o scritto su quel tema. Confrontano, controllano ipotesi, metodi, deduzioni, statistiche, leggono tra le righe. Qualche volta prendono in castagna chi aveva barato un po' (forse accecato dall'entusiasmo nelle sue convinzioni). Magari scoprono pure qualcosa di nuovo: qualche elemento trascurato o sottostomato che, guardacaso, faceva pendere i risultati in un verso o in un altro. La ricerca scientifica va avanti anche e soprattutto così. Ci sono anche menzogne, non sempre in cattiva fede, ma può succedere che alla lunga vengano messe in dubbio e annientate.
2 La seconda parte della domanda mi pare vèrtere sul legame tra "verità" scientifiche e potere politico, lobbies, istituzioni di certificazione e normazione, e quant'altro può ragionevolmente pilotare l'accettazione di alcune "verità" invece che che altre.
Questo succede più squisitamente nei settori applicativi, diciamo pure scienza spicciola piuttosto che di base.
Sappiamo che del senno di poi son piene le fosse. Così ci ritroviamo in Italia, solo per fare alcuni esempi, con un esubero di energia elettrica fotovoltaica diurna (di cui capita non sapere che fare), con letti di fiumi e torrenti piastrellati per favorire il deflusso delle piene (ma anche il loro rapido spostamento verso le zone critiche di esondazione), con amministrazioni comunali inermi davanti alla responsabilità di contenere l'inquinamento atmosferico entro le soglie (quando poi si scopre che gli arriva da autostrade e tangenziali fuori dal loro territorio). Tutti questi bei risultati avrebbero previsto analisi preliminari più approfondite e un uso più illuminato della scienza che abbiamo già a disposizione.
3 La questione sul bosone di Higgs non mi pare approdare a nulla. Non certo per l'uomo comune. Cambierà le carte in tavola per i fisici delle particelle e per i cosmologi. Al di là di quello non può influire sulla fisica classica, comprendendo in essa la meccanica quantistica delle particelle "comuni", elettromagnetismo, ottica, fluidodinamica, temodinamica, fisica dello stato solido, ecc. ecc. E allora perché parlarne?
4 Le tesi del complotto
È affascinante, ci fa sentire paladini per la difesa della Verità, sostenere posizioni minoritarie e neglette dove sembra che tutto il mìope mondo remi contro, che un occulto complotto operi abilmente per nascondere la realtà. Perciò le cricche che vanno in questa direzione sorgono con facilità e sono dure a morire. Ne abbiamo viste parecchie: c'è chi sosteneva che la NASA non ha mai mai mandato gli astronauti sulla luna ma li ha filmati in in uno sperduto deserto americano, altri raccolgono testimonianze di strani eventi meteorologici concludendo che le forze della Difesa operano esperimenti per piegare le forze della natura se non addirittura per favorire i cambiamenti climatici a scopo economico e politico. Altri ancora elencano esperimenti di ingegnosi scienziati, osteggiati da istituzioni accademiche politiche e commerciali, esperimenti in cui si realizza una magica moltiplicazione di energia elettromagnetica che ci libererebbe dalla schiavitù dei combustibili fossili. Purtroppo nove volte su dieci dove si fiuta aria di complotto che affossa nuove presunte ed esplosive verità scientifiche c'è solo dietro una grande bufala.